Con nota datata 31 marzo, ma inviatami
il 2 aprile (ossia due giorni dopo la
scadenza del termine perentorio previsto dal Regolamento del Consiglio
Comunale), l’Amministrazione, a firma del Vice
Sindaco Dott.ssa Valeria Valioni ha risposto obtortissimo collo alla mia interrogazione
a risposta scritta del 1° marzo u.s. (https://www.facebook.com/pierluigi.gilli/posts/10204730582157383:0),
in cui chiedevo conto dei lavori allora in coso di radicale modificazione dell’intersezione
tra Via Carso e Via Varese.
L’eliminazione della situazione
preesistente era stata fortemente
criticata da residenti e non, i quali lamentavano che, con il
restringimento della careggiata, si rendeva pressoché impossibile la svolta a
destra e si cagionavano irresolubili incolonnamenti nella stessa Via Carso,
soprattutto nei momenti topici dell’ingresso e dell’uscita degli studenti e
personale dai tre Istituti Superiori collocati nei dipressi, con quell’unico
sbocco stradale.
Le proteste, piuttosto vivaci per l’incomprensibilità dell’intervento,
costrinsero la Giunta a fare
repentinamente marcia indietro,
resasi conto dell’irrazionalità del maximarciapiede fortemente voluto dall’inossidabile
velocipedista Assessore Barin e dal suo consulente tecnico Arch. Dondé da
Cormano (MI).
Con pietose bugie e
contraddizioni palesie, la Giunta – travolta dall’impopolarità – ha deciso politicamente
(opinione del Barin) di ritornare
come prima, smontando ciò che era già stato fatto e motivando il ritorno
alle origini con la balzana giustificazione che si trattava di un “esperimento”
(cfr. http://ilsaronno.it/2015/03/10/via-carso-tutto-da-rifare-la-giunta-smonta-il-maximarciapiede/).
Il ripristino, a tutt’oggi, non è ancora terminato, né si è
tracciato il tanto magnificato nuovo passaggio pedonale; c’è ancora un
cantiere, mentre la segnaletica orizzontale, disegnata alla bell’e meglio su un
manto stradale approssimativo, ha dei
tratti umoristici: la rifatta parola “STOP” si sovrappone non esattamente a
quella precedente, dando un risultato da disturbo visivo: si vede doppio…
La risposta, che riproduco nel
testo integrale, trasuda imbarazzo ed arrampicamenti sui vetri: si parla di “quadro
di progettazione più ampio”, di presa d’atto che “il flusso di percorrenza
pedonale – dovuto alla presenza degli istituti scolastici – risulta essere
diretto per la maggior parte verso la stessa Via Carso e non verso di Via
Varese”, sicché “si è deciso di riesaminare la soluzione
progettuale iniziale”.
La scoperta dell’acqua calda,
come se la situazione di Via Carso e la presenza di ben tre istituti superiori
fosse ignota agl’ìncliti
Amministratori e ci fosse bisogno di un consulente
esterno (“da Cormano”, precisa la risposta) che, evidentemente, ignora
Saronno o si affida solo all’estro della progettazione a tavolino.
Con il bel risultato economico che questo “esperimento” è costato ai
Saronnesi ben euro 9.700,00 oltre IVA: PER FARE NIENTE o, meglio, per giocare
al Lego e, dopo le proteste legittime dei cittadini, ritornare a com’era prima.
Suppongo che l’IVA sia all’aliquota del 10% e non del 22%; quindi euro
9.700 + euro 970 = euro 10.670,00 letteralmente buttati via; cui
aggiungere, per quota parte, la parcella del progettista di Cormano.
Complimenti vivissimi alla Giunta, che piange miseria ad ogni piè
sospinto ed applica le aliquote massime ai tributi comunali, ma – quando si
tratta di sprechi – si distingue in
quantità, qualità e fantasia.
Non oso fare i conti sullo spreco
di risorse per la magnifica pista ciclabile di Via Varese, specie per il tratto
in cui sostituisce il marciapiede e passa dove insistono le aperture di negozi
e condominii e i pedoni (“utenza debole”)
rischiano di essere travolti dai velocipedi, nonché per i vezzosi
similmattoncini di un bel giallo paglierino che daranno una nota di colore ai
nostri grigi inverni: e dire che, per far capire
ai riluttanti concittadini il senso
e l’uso della nuova circolazione, l’Assessore
Barin ha dovuto stilare (mai successo prima!) un preziosissimo ed illustrato manuale d’uso: una chicca letteraria, da
segnalare al premio Strega.
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