Ragioniamo di sicurezza
Ho
un grandissimo rispetto per le funzioni
istituzionali, indipendentemente da chi temporaneamente le eserciti; per
questo, ho evitato di commentare a caldo i recenti, inquietanti episodi di delinquenza e di offese all’ordine pubblico
che hanno insanguinato la città.
So benissimo che, in una
zona di cerniera tra la metropoli ed altri importanti centri urbani, in presenza
di una stazione ferroviaria nodo principale dei trasporti, mantenere la
sicurezza sia opera difficile, spesso solo contenitiva, dai risultati non
sempre brillanti, anche quando il problema sia seguito con costanza e con
priorità.
Tuttavia,
la lettura del comunicato della
maggioranza e le dichiarazioni
con cui il Sindaco “bacchetta” l’opposizione mi hanno molto colpito per la
tardività e per la malcelata tentazione di affermare responsabilità di altri
Organi dello Stato, al fine di minimizzare le competenze comunali.
“Parlando con il
Prefetto – ha affermato il primo cittadino – ho avuto modo di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per
i fatti che accadono nella zona della stazione. Questo
è il mio compito come sindaco. Quello delle forze dell’ordine è quello di vigilare
e indagare e sono due attività che stanno portando avanti e di questo non
possiamo che essere loro grati”.
La
maggioranza, dal canto suo, ha affermato che “la situazione è stata molte volte segnalata dal sindaco Luciano Porro e dall’assessore
alla Sicurezza Giuseppe Nigro alle
istituzioni competenti e deputate ad affrontare e a ricercare la soluzione del
problema, Prefettura e Questura nella fattispecie. Nella correttezza dei
rapporti e nel rispetto dei ruoli tra le istituzioni, sindaco ed assessore
avevano già esposto la loro preoccupazione per quanto avrebbe potuto accadere,
come poi del resto si è ora manifestato” e ancora. (…): “l’Amministrazione
ha dimostrato grande correttezza istituzionale, rispettando con fiducia, la
divisione dei ruoli che Prefetto e Questore hanno più volte richiamato negli
incontri: le politiche di sicurezza urbana, intese come
controllo della viabilità, del decoro urbano alla Polizia Municipale, a Questura
e Prefettura l’attribuzione dell’ordine pubblico. Per quanto riguarda il
secondo aspetto, cioè l‘ordine pubblico”.
Orbene, l’ordinamento vigente non è quello che Sindaco e
maggioranza dicono di conoscere.
In
proposito, giova rammentare che il
Sindaco ha una doppia figura: è capo dell’amministrazione comunale ed ufficiale del governo.
In quest’ultima veste,
secondo l'art. 1 del R.D. 733/1931 (Testo
unico delle leggi di pubblica sicurezza) il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, nei comuni dove
manca il capo dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo (com’è a Saronno,
che non ha un Commissariato della Polizia di Stato): “L'autorità di
pubblica sicurezza veglia al mantenimento dell'ordine pubblico, alla sicurezza
dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; cura
l'osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato,
delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità; presta soccorso nel caso di pubblici e
privati infortuni. L'autorità di pubblica sicurezza è provinciale e locale.
Le attribuzioni dell'autorità provinciale di
pubblica sicurezza sono esercitate dal Prefetto e dal Questore; quelle dell'autorità locale dal capo
dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo o, in
mancanza, dal Sindaco”.
L’art. 6 del D.L. 92/2008, modificando l’art. 54 del D. Lgs 267/2000 (TUEL - Testo Unico delle leggi
sull’ordinamento degli Enti Locali) ha
ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale.
Al riguardo, (art. 54. Co. 1) “il
sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende:
a)
all'emanazione
degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di
ordine e sicurezza pubblica;
b)
allo
svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica
sicurezza e di polizia giudiziaria;
c)
alla
vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico,
informandone il prefetto”.
Il Decreto del ministro dell'Interno
5 agosto 2008, all’art. 2, dispone che “il sindaco interviene per prevenire e contrastare:
a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono
l'insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione,
l'accattonaggio con impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza
legati anche all'abuso di alcool;
b) le situazioni in
cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento
al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e
determinano lo scadimento della qualità urbana;
c) l'incuria, il
degrado e l'occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni
indicate ai punti a) e b);
d) le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica
viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita
occupazione di suolo pubblico;
e) i comportamenti
che, come la prostituzione su strada o
l'accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le
modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo
degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati o che rendono
difficoltoso o pericoloso l'accesso ad essi”.
La Polizia Locale svolge funzioni
amministrative locali (polizia locale, annonaria, sanitaria,
edilizia ed infortunistica stradale), nonché
funzioni di Polizia Giudiziaria, per
le quali dipende operativamente dall’Autorità Giudiziaria.
La Polizia Locale è chiamata pure ad
assolvere anche funzioni ausiliarie di
Pubblica Sicurezza; l’articolo 3 della Legge-quadro
n. 65/86 afferma infatti che “gli
appartenenti ai Corpi di P.L. esercitano nel territorio di competenza le
funzioni istituzionali previste dalla legge e collaborano nell’ambito delle
proprie attribuzioni con le forze di Polizia dello Stato, previa disposizione
del Sindaco, quando venisse fatta, per specifiche operazioni, motivata
richiesta dalle competenti autorità. I compiti di Pubblica Sicurezza sono: il
mantenimento dell’ordine pubblico, la sicurezza dei cittadini, la tutela della
proprietà, l’osservanza delle Leggi e dei Regolamenti Generali e Speciali dello
Stato, delle Province e dei Comuni, nonché delle Ordinanze delle varie Autorità
e il soccorso in caso di calamità”.
Il sistema così delineato, quindi, pur
nella sua complessità tipicamente italiana, non riduce il Sindaco alla
mera funzione di “portare lo sdegno e la preoccupazione della città per
i fatti che accadono nella zona della stazione”, ossia di segnalatore
qualificato di situazioni di disagio e di inosservanza delle norme sull’ordine
pubblico: se così fosse, il Prefetto ed il Questore non avrebbero bisogno di segnalazioni da parte dei Sindaci,
basterebbe che leggessero ogni giorno la rassegna- stampa…
Come non è affatto vero che Prefetto e
Questore siano gli unici responsabili dell’ordine pubblico, relegati i compiti
del Sindaco soltanto al controllo della
viabilità, del decoro urbano, come imprudentemente sostiene la maggioranza.
Il
Sindaco, supportato dalla sua Giunta e dal suo Consiglio Comunale, può – anzi deve – rendersi parti attiva anche per l’ordine e la sicurezza della
porzione di territorio e per la popolazione assegnate al suo governo.
Lo può fare in molti modi, legittimi e leciti, che concorrono significativamente agli encomiabili
sforzi di Carabinier, Polizia e Guardia di Finanza: oltre a segnalare (il che, fatto in modo
discreto e riservato, è molto utile e proficuo) a Prefetto e Questore
particolari tematiche (sulle quali la Polizia Locale può avere assunto
informazioni e documentazione specifica), può intervenire con provvedimenti a
largo raggio (che tra il 1999 ed il 2009
sono stati posti in essere), quali l’ampliamento dell’orario di servizio
della P.L., soprattutto notturno; la creazione di avamposti fissi della P.L. nei quartieri o in luoghi
particolarmente sensibili (si pensi ai c.d. Vigili di Quartiere o al posto di
P.L. alla stazione ferroviaria); la creazione di una rete di primissima
sicurezza (come erano i c.d. Nonni Amici,
che vigilavano nei pressi delle scuole e nei parchi e riferivano a chi di
dovere situazioni anomale o pericolose); la partecipazione della P.L. ad
operazioni di contrasto e di smantellamento di fenomeni delinquenziali in
collaborazione con Carabinieri e Polizia di Stato; la disposizione di una
presenza costante di pattuglie di Agenti della P.L. nelle strade cittadine, al
fine di rendere visibilmente presenti le Forze dell’ordine; la dotazione della
P.L. di strumenti difensivi efficaci, consentiti dalla legge, come i bastoni estensibili o sfollagente; l’emanazione
di ordinanze – nei limiti posti dall’ordinamento – per contrastare specifici
fenomeni pericolosi; promuove forme di vigilanza tramite mezzi tecnici che
consentono il controllo a larga scala (le telecamere, p.es., utilissime non
solo per motivi di multe stradali), ecc.
Si tratta di provvedimenti che, precedentemente, erano
stati adottati e che avevano dato buona prova di sé, ma che – incoerentemente –
sono stati smantellati dall’attuale Amministrazione, normalmente con la
motivazione della carenza di fondi, oltretutto in una costante situazione di
conflitto e di méfiance nei confronti
della Polizia Locale.
Dunque,
delle due l’una: o il Sig. Sindaco,
con la sua maggioranza, ignora l’ordinamento
e le sue attribuzioni; o li conosce,
ma li ritiene obiettivo non primario della sua politica.
Non so
quale delle due ipotesi sia più grave ed imbarazzante; certo, sapere che l’Autorità
locale di pubblica sicurezza (come
tale definito dal T.U.L.P.S.), cioè il Sindaco, dopo quasi cinque anni di
carica, consideri suo unico còmpito
quello di “portare
lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono” al Prefetto ed al Questore è decisamente allarmante.
Come
dicono gli Americani, “comprereste un’auto
usata da costui?, la risposta – purtroppo, e lo dico con dispiacere per la
persona e per l’istituzione - non può
che essere negativa.
In
questa materia, così seria e percepita con tanta sensibilità dai cittadini, a
volte anche più del dovuto, Sindaco e
maggioranza politica si sono dimostrati sul campo inattendibili ed incapaci.
Intenti salvifici, spasmi di buonismo,
desiderio inconfessato di distinguersi dagli altri, negazioni continue, fastidio per i richiami dell’opinione
pubblica, li hanno condotti ad ignorare prima, a minimizzare poi, ad ammettere
infine, con ritardo, reticenze ed infiniti distinguo, che l’ordine pubblico e
la sicurezza sono gravemente minacciati
nella nostra città: la soluzione, ovviamente, seppure buttata là per autoassolversi, non sta nel ribaltare sugli Organi
Superiori il compito di intervenire, ma in una riflessiva presa di coscienza della propria manifesta insufficienza.
Un
deciso cambio di rotta è ancora possibile, ma v’è da temere che,
baloccandosi tra 30 all’ora, piste ciclabili, inversioni di senso di marcia,
improbabili registri delle ultime volontà, dieci grandi progetti di cui nemmeno
uno attuato ed altri provvedimenti di tale suprema portata, Sindaco e maggioranza non possano (e non
vogliano) dare una risposta forte ai Saronnesi.
Forse – suggerimento privo di intenti
polemici – è ora di studiare per bene l’ordinamento, le leggi, i regolamenti;
ma per fare ciò, occorre tempo; per dedicarsi con profitto allo studio, sarebbe meglio, con umiltà, lasciare subito
spazio per qualche mese al Commissario Prefettizio; di certo, non sarebbe
peggio di com’è adesso.
Pierluigi Gilli
Capogruppo
di Unione Italiana