mercoledì 29 giugno 2016

Sessanta



Sessanta. 60.
Eppur resisto…
Anche dopo l’allarme arrivatomi col rumore di un campanone un paio di mesi fa.
Si rimedia.
E un rimedio è celebrare un anniversario, una volta molto più significativo di oggi, perché segnava, normalmente, la cessazione della vita attiva e la pensione.
Oggi è diverso, ma si tratta pur sempre di dodici lustri…
Grato al Cielo di averli vissuti e di conservarne la memoria viva e vivace, come se – per tutto e per tutti – “fosse ieri”.
Uno “ieri” affollato di migliaia di volti, di tante mani pronte alla carezza, di occhi a volte giustamente severi; ne percepisco distintamente il colore, l’odore, la plasticità, la tenerezza e le rughe.
Certamente di più dei genitori e dei familiari più stretti, ma pure dei maestri, degli insegnanti, degli amici, degli esempi di vita che mi hanno reso come sono.
Il fluire del tempo, anelli di una catena infinita.
Vicini ai “lontani”, vicini ai presenti, desiderosi di futuro.
Né nostalgia, né malinconia: nella consapevolezza dell’essere in cammino, senza interruzioni, con molte soste e molti incontri, in viaggio, seppure con forti radici, il nostro bagaglio.
Non mi lamento, anche se una volta ne avevo la propensione; spero che altri non si lamentino di me (ma spesso ne avrebbero giusto motivo). 
Deo gratias, finché sarà.
Il bello deve ancora arrivare? Le ritmiche fusa del gatto, onde di calma suggestiva e contagiosa, m’inducono a crederlo.


Buona giornata!
Ad multos annos!

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