sabato 4 aprile 2009

Una rondine – come i fiori - non fa primavera

Su un giornale locale, un’anziana signora si lamenta perché, con il marito non deambulante, impiega troppo tempo per recarsi all’Ospedale con i mezzi del trasporto pubblico urbano, mentre l’uso del taxi è costoso.

Un candidato a Sindaco le risponde: “Mancano ormai solo 60 giorni alle ele­zioni comunali di Saronno. Abbia un po’ di fiducia e di ottimismo (Le chie­do di pazientare solo due mesi). Se le cose andranno come ho previsto ci vedremo presto, ma solo per sentirmi dire che il problema è stato risolto”.

Non dice come, però.

A Saronno ci sono sei linee a schema radiale (una di recentissima istituzione), che raggiungono tutte le zone dell’abitato; i costi per le casse comunali (più i forti contributi della Provincia) sono elevati: ossia, il prezzo del biglietto copre solo una modesta parte del costo effettivo del servizio. Ma è un servizio di carattere sociale – tra l’altro sempre più gradito, come dimostra l’aumento costante della vendita di titoli di viaggio e di abbonamenti -, sicché è giusto farlo sopportare al bilancio comunale.

Tuttavia, collegare tutte le strade della città alle destinazioni volute è cosa impossibile, come sa chiunque, anche nelle città più avanzate.

Una soluzione per itinerari scomodi, anche se parziale, a Saronno c’è già.

Infatti, in base ad un accordo promosso dall’Amministrazione Comunale, dal 1° gennaio 2008, i conducenti dei taxi saronnesi applicano uno sconto del 20% (venti per cento) sulle tariffe alle persone portatrici di handicap (anche con accompagnatore) ed agli anziani oltre i 65 anni per le corse effettuate tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 16.30 all’interno dei confini della città. Un servizio in più che il Comune propone per favorire la mobilità e l’autonomia a costi convenienti, grazie alla collaborazione con i taxisti, che hanno dimostrato grande sensibilità e disponibilità.

E' proprio il caso della gentile lettrice.

Evidentemente, il Candidato Sindaco non lo sa e promette genericamente; serio infortunio per un Candidato che fa della competenza, della conoscenza, della laurea, della professionalità, dell’efficienza un requisito necessario per proporsi ad amministrare la città.

Sostenendo, poi, che «la politica comunale è una espe­rienza “transitoria”, al massimo 10 anni (meglio 5), poi è bene tornare alla propria occupazione lavorativa, al proprio orto ed al volontariato»: per quanto mi concerne, per me sarà così, dopo i miei dieci anni, in cui ho imparato a promettere poco e, soprattutto, a farlo solo quando si conosce bene il problema e si sono già fatti i conti; non è, quindi, una novità.

Altrimenti, come una rondine ed i bei fiori non fanno primavera, così le parole di un Candidato non fanno un Sindaco.

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