giovedì 30 aprile 2009

Innovazione elettronica e politica


Mi segnala un Assessore il post scriptum di una lettera per posta elettronica di un Concittadino: "P.s. constato quanto sia utile disporre e utilizzare la posta elettronica! Sarà il prossimo Sindaco ( e il suo staff) educato all'uso di questo mezzo? Me lo auguro!".
Dai tempi in cui introdussi – nella diffidenza dei più – la mitica “bacheca” sul sito del Comune, gratificata da un successo impensabile, all’abitudine rimastami di rispondere in tempo reale alle e-mail pervenutemi dai Saronnesi, mi sono reso conto dell’importanza che questa interlocuzione diretta ha nel rapporto tra amministratori e concittadini: per i primi, significa poter intervenire immediatamente a risolvere qualche problema, per i secondi significa essere ascoltati senza trafile burocratiche.
La Pubblica Amministrazione sta cambiando; con l’informatica, si sta compiendo una rivoluzione che non ha precedenti; non solo per la tempestività, ma anche per il modo diretto di comunicazione tra il “palazzo” e i cittadini.
Proprio questo contatto diretto è visto con sospetto se non con fastidio dalla burocrazia meno sensibile, che è scavalcata e rimane indifesa di fronte all’intervento mirato e tempestivo dell’organo elettivo; non è amato neppure dalla politica, essa pure spiazzata perché vede erosa la sua tradizionale funzione di mediatrice e, per conseguenza, la sua influenza.
Tutto ciò, a mio avviso, è una delle tante conseguenze benefiche della legge che, nel 1993, ha introdotto l’elezione diretta del Sindaco, che ha dato buona prova di sé, ma è intimamente ed occultamente detestata da una classe politica che conserva la mentalità della c.d. prima Repubblica: quella dell’onnipotenza delle segreterie politiche, dei tavoli, delle commissioni, della concertazione, della mediazione, dei compromessi, che sono la ragione di vita di un sistema policentrico, in cui lo scopo non è governare, ma neutralizzarsi a vicenda: il rapporto diretto elettori-eletto, quindi, è visto come fumo negli occhi.
Purtroppo – dal mio punto di vista – a livello di Enti Territoriali la stagione di riforme iniziata con la legge 142 nel 1990 sta sfiorendo; in controtendenza con la richiesta di maggiori poteri decisionali per il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Governo, infatti, mi avvedo che, nei rami più bassi delle Amministrazioni locali, la tendenza dei politici è quella di ritornare all’assemblearismo, alla riduzione delle responsabilità dei Sindaci e dei Presidenti delle Province a favore di un vecchio sistema decisionale complesso, complicato e lento.
L’elettronica non basterà a fermare questa involuzione; d’altronde, è sotto gli occhi di tutti che il programma del candidato Sindaco (così lo definisce la legge) è già stato stravolto, nella prassi, così da diventare il programma dei partiti; non è solo uno strappo alla regola ed allo spirito della legge, è la prova del ritorno al passato.
Mi associo alla speranza del post scriptum del Concittadino: che la buona pratica della comunicazione per posta elettronica prosegua anche in futuro, si è dimostrata efficace e gradita; da seconda Repubblica.

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