La legge 211 del 2000 ha istituito il "giorno della memoria" il 27 gennaio di ogni anno per ricordare l'Olocausto di sei milioni di ebrei e le centinaia di migliaia di persone perseguitate ed uccise per motivi politici, etnici, religiosi, di condizioni personali nell'orrore dei lager nazisti (parola agghiacciante, come la simile parola gulag, che indica la persecuzione comunista sovietica di ogni forma di dissidenza).
L'art. 2 della legge specifica che il 27 gennaio si tengono cerimonie, eventi, interventi per narrare i fatti e per fomentare riflessioni sulla più orribile pagina della storia dell'umanità, con particolare riguardo a tutte le scuole di ogni ordine e grado.
I Comuni, enti pubblici più vicini ai cittadini, hanno da sempre partecipato seriamente a questa benemerita attività di presa di coscienza collettiva, il cui valore civico non è discutibile.
Così anche a Saronno.
Ora si apprende che l'Amministrazione leghista, tramite l'illustre, non saronnese assessora alla Cultura ha comunicato di non aver intenzione di collaborare con le associazioni locali per la celebrazione del giorno della memoria.
Ci dobbiamo attendere, quindi, che la Giunta, di sua propria iniziativa, stia già organizzando eventi rispondenti allo spirito della legge, sicché il 27 gennaio ci saranno eventi dedicati alla memoria allestiti dall'Amministrazione, in particolare nelle scuole di competenza comunale.
Parimenti, supponiamo che la verdissima Giunta abbia già programmato significativi eventi per il giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo degli italiani giuliano-dalmati il prossimo febbraio, altra ricorrenza prevista dalla legge.
Solo ciò potrebbe spiegare il rifiuto di collaborare con le associazioni che, con sensibilità, hanno proposto e preparato le celebrazioni del giorno della memoria: l'Amministrazione è già diligente e motivata, è autosufficiente, quindi alle associazioni può, tutt'al più, concedere un benevolo patrocinio, previe sue discrezionali valutazioni.
Purtroppo, c'è da dubitare che iniziative comunali in punto siano state previste: aspettiamo dichiarazioni ufficiali in merito.
Ma se il rifiuto a collaborare con associazioni non fosse giustificato in tal senso, ci si troverebbe di fronte ad un inammissibile e grave atto di discontinuità istituzionale e di ignoranza storica ed umana.
Speriamo che si tratti solo di una gaffe di un'assessora distratta, che nemmeno il costoso staff è riuscito a prevenire.
Il sindaco, almeno questa volta, esca dal suo geloso silenzio: attendiamo con rispettosa urgenza.
Pierluigi Gilli
Capogruppo di Unione Italiana
giovedì 31 dicembre 2015
giovedì 24 dicembre 2015
mercoledì 23 dicembre 2015
Dal terrorismo ai tatticismi: l’ignavia
Ultimo Consiglio Comunale dell’anno, con finale da cui
astenersi.
Una seduta di per sé inutile, con un paio di atti
dovuti (la forza propositiva della green
Administration sta ancora riscaldandosi, come un primitivo motore diesel) e – pietra dello scandalo – una mozione
di Forza Italia per intitolare una via o un altro luogo pubblico alla memoria
di Valeria Solesin, la giovane ricercatrice italiana perita nel recente attentato
a Parigi. Valeria Solesin, come spiegato dal presentatore Consigliere De Marco,
quale simbolo della gioventù d’Europa, della generazione Erasmus, della prima generazione europea, delle vittime innocenti del terrorismo.
Credo di averne bene inteso lo spirito: ricordare,
nella ragazza italiana, un simbolo di portata generale, di totale, solidale, umanissimo
rispetto per tutte le vittime, un mònito a non dimenticare le stragi che
affliggono il nostro tempo, in cui stiamo vivendo, secondo le parole del Papa,
una terza guerra mondiale non dichiarata.
Ho ascoltato con crescente disagio ed imbarazzo i distinguo dei vari oratori susseguitisi,
tutti – a parole – commossi e preoccupati per gli effetti del terrorismo, ma
con sfumature irrinunciabili, che
impedivano loro di approvare una consimile mozione.
Dalle obiezioni formali (“è contro la legge intitolare una strada a chi sia deceduto da meno di
dieci anni” – vera, ma aggirabile con l’intitolazione di altro luogo
pubblico), a quelle sostanziali: “non si combatte il terrorismo con il ricorso alle armi, ma col dialogo
e con la diplomazia”; “ci sono stati molti altri episodi di terrorismo, di cui
non parla più nessuno; non ci si può limitare a questo”; “non si deve usare l’immagine
di questa ragazza, ma ricordare tutte le vittime del terrorismo, senza
fotografie”; “questa è solo l’ultima strage, se ne accadono altre non possiamo
trasformare le strade in un cimitero per ricordare tutti: meglio essere
generici”.
Neppure una sospensione della seduta per permettere ai
Capigruppo di trovare un accordo è stata sufficiente: si è passati alla
votazione, con un esito surreale: tutti astenuti, dalla Lega triumphans, al SAC, al PD, a Tu@saronno,
ai Pentastellati; a favore, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Unione Italiana.
Ho l’impressione che cinici calcoli pseudopolitici e
rivendicazioni della propria preponderanza abbiano fatto perdere la bussola e
segnato irrimediabilmente l’immagine del Consiglio Comunale [“la Lega assicura che garantisce l’unanimità
del Consiglio su un argomento come questo” ha tuonato il suo Segretario
cittadino della Lega: inquietante che l’unanimità debba essere garantita (???) da un partito; se i suoi
alleati sono trattati da comparse, l’opposizione è libera di comportarsi come
meglio crede, anche con posizioni differenziate].
Ho tentato invano di ricordare quale sia il valore dei
simboli; dietro il volto di una
giovane italiana tragicamente scomparsa non potremmo che leggere il dolore, la
tragedia, lo strazio di tutte le vittime del terrorismo, così come dietro il
tricolore riconosciamo l’Italia, dietro lo stemma municipale riconosciamo il
Comune di Saronno, la comunità saronnese, dietro il ritratto del Capo dello
Stato riconosciamo l’unità italiana, dietro il Partenone l’idea di democrazia.
Viviamo in un mondo di simboli, di esempi: il Milite
Ignoto assomma in sé le centinaia di migliaia di caduti per la Patria; una
stella di Davide su un’uniforme da carcerato rappresenta sei milioni di Ebrei
periti nell’Olocausto; la Croce rappresenta il sacrificio salvifico per i
cristiani e una bimillenaria cultura anche per i non credenti; e così via….
Per un simbolo (dal greco sumbállō “metto
insieme” o súmboulos “volere insieme,
consigliere”) ci sono state guerre: la lotta per le investiture, l’iconoclastia….
Perché il simbolo rappresenta un
concetto tramite un’immagine, un gesto per tutti comprensibile e riconoscibile,
quasi come un ideogramma.
Valeria Solesin – in questo momento e in futuro – può rappresentare
bene e in modo unanime tutte le vittime del terrorismo della nostra epoca, innocenti ed incolpevoli, in quanto tradite da
un fato imprevedibile e casuale, frutto dell’odio inesausto di qualcuno
violento: un simbolo, appunto, non
culto della persona.
Del terrorismo, sottolineo;
ma anche questo non è un concetto (un disvalore) univoco; il sostantivo, da
solo, non basta; occorre un aggettivo che lo qualifichi; quanti tipi di
terrorismo, diversamente originati, diversamente orientati, si sono manifestati
nella storia? Tribale, etnico, religioso, politico, militare, chimico, finanziario,
psicologico, interno, internazionale, sociale, rivoluzionario, reazionario…..
Oggi, nel nostro tempo, patiamo il terrorismo di
origine islamica, una deformazione regressiva di un culto.
Da esso, le tragedie degli attentati a tradimento, che
ormai è quasi impossibile enumerare; ed anche la tragedia di una guerra
mostruosa, che getta appunto nel terrore migliaia di persone, costrette a
sradicarsi dalle proprie terre, a perdere il focolare, la propria identità, la
propria storia, i propri beni ed a percorrere le strade incerte e difficili
dell’esilio.
I due lati della medaglia, morti innocenti e
popolazioni ridotte alla fuga, che simbolicamente si sarebbero riuniti, con
particolare significato per noi Italiani, nel ricordo di una giovane vita,
generosa e incline alla compassione, spezzata dalla stessa forza brutale e
cieca che ruba l’identità ad interi popoli inermi.
Con l’astensione strabordante, che – con variegati mal
di pancia - ha unito la maggioranza formale leghista (Lega e SAC) alla
minoranza (PD, Tu@saronno, Movimento Cinque Stelle) contro la solitaria
eccezione di Forza Italia, Unione Italiana (opposizione) e Fratelli d’Italia
(maggioranza), tre in tutto contro ventuno, hanno vinto l’ignavia e le gelosie
pseudopolitiche.
Peccato; un Consiglio Comunale serio non si sarebbe perso in tatticismi, che hanno preso il posto
del coraggio. Ha prevalso il politichese di chi (la Lega) ha temuto di vedersi scippare un argomento-cavallo di battaglia da un partito portatore di voti tradito e concorrente; da chi ha esordito con retorico pacifismo-irenismo; da chi non ha rinunciato alla propria istintiva pretesa di essere più solidale, più etico, più sensibile degli altri (pretesa che riaffiora istintiva come un corpo separato non appena si toccano argomenti di cui si suppone di avere il monopolio e la primogenitura); di chi si è rinchiuso in sterili e contorti bizantinismi defatiganti, con tratti iconoclastici.
Una brutta pagina, scritta nell’ormai abituale mutismo
di un Sindaco, di cui non si conosce il pensiero, ma solo il silenzio.
Che sia comunque un buon Natale, di pace, di
consolazione e di misericordia anche per chi è nel lutto dovuto al terrorismo dei nostri tempi.
Ci
penseremo privatamente, anche senza pubblici simboli. Anche a costo di fare la figura del grillo parlante (quello di Collodi, l'originale, beninteso, senza riferimenti ad odierne improbabili omonimie).
martedì 22 dicembre 2015
Studio Legale Gilli Mantovani Fragata: versioni in lingue
Studio Legale Gilli Mantovani Fragata
http://pierluigigilli.wix.com/studiolegalegmf
Pubblicate le versioni inglese, francese e spagnola del sito:
http://
http://
http://
giovedì 17 dicembre 2015
Nuovo sito web dello Studio legale Gilli, Mantovani, Fragata
È online il nuovo sito dello
Studio Legale Gilli, Mantovani,
Fragata,
che sostituisce ed amplia questo.
Il link per l’accesso al nuovo sito è il seguente:
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venerdì 4 dicembre 2015
giovedì 19 novembre 2015
Tragico collage
mercoledì 18 novembre 2015
Pensieri nella nebbia
Pensieri nella nebbia.
Il Cardinal Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, definiva la nostra società "sazia e disperata": privi di motivazioni e quasi vergognosi delle nostre bimillenarie radici, senza senza del sacro e di tensioni e finalità teleologiche, incistati da un materialismo pervasivo, da un relativismo soccombente e snaturante, siamo spiazzati e deboli di fronte alla fede altrui, che con le sue certezze riempie i nostri vuoti abissali.
Vale ancora la grande lezione di Benedetto Croce, laico pensante, che nel breve, ma intenso saggio "Perché non possiamo non dirci cristiani" (1942!) sottolineò che il cristianesimo è stata la più grande rivoluzione «che operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità» che, per effetto e per merito di quella rivoluzione non può non dirsi cristiana.
Il testo in:
Pensiero di enorme attualità, nel momento in cui il terrore si sta insinuando nella nostra quotidianità.
In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas ("unità nelle cose necessarie, libertà in quelle dubbie, carità in tutte") (Marco Antonio De Dominis).
In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas ("unità nelle cose necessarie, libertà in quelle dubbie, carità in tutte") (Marco Antonio De Dominis).
Da meditare; la nebbia ci avvolge e ci disorienta.
sabato 14 novembre 2015
Coincidenze letterarie e mercanti di sogni
Il
film del Consiglio Comunale del 12 novembre
induce ad arditi paragoni letterari.
Il
Sig. Sindaco, in oltre quattro ore, non ha pronunciato una parola: surreale. “Il Sindaco inesistente”, come “il Cavaliere inesistente” di Italo
Calvino. Davvero insondabile; chissà che cosa pensa della città… Ci pensa lo staff?
Per
contro, vivaci, compatti e festanti tra il pubblico i “Popolari”,
al ballottaggio freschi, sveltissimi, tollerati alleati di seconda mano della
maggioranza, non presenti in Consiglio Comunale per carenza di voti, in attesa
di incassare qualche sgabello nelle Commissioni, generosamente e graziosamente elargito
dalla Lega (di per sé scarsa di truppe adatte): “i Popolari rampanti”, come “Il
Barone Rampante”, sempre di Italo Calvino. O Esaù, classico del Vecchio Testamento. Appetito (parzialmente)
soddisfatto.
Unico
Consigliere del mio gruppo, al pari di Forza Italia, Tu@Saronno, M5S, Fratelli
d’Italia, SAC, mi sono trovato d’ufficio ad appartenere a tutte le dieci
Commissioni. Impensabile parteciparvi, sicché ho indicato i miei supplenti sia
nelle 7 Commissioni Miste (membri esterni al Consiglio, individuati tra validi
partecipanti ad Unione Italiana) e, per le 3 Consiliari: il regolamento
concepito dalla maggioranza dava facoltà di indicare un Consigliere Comunale
come sostituto, anche di altro Gruppo Consiliare (per i Gruppi unipersonali
unica possibilità materiale).
Diversamente
da altri gruppi monoconsiliari di maggioranza (SAC, FdI), forse malfidenti dei
pur numerosi alleati, mi sono avvalso di tale facoltà, consapevole di non
godere della capacità di bilocazione e di onnipresenza, giacché le sedute delle
Commissioni si potranno tenere solo in due giorni, il martedì e il giovedì; al
di là delle differenze politiche, ho così chiesto di fungere da mio eventuale
supplente a Consiglieri di altri Gruppi (Forza Italia, PD e Tu@Saronno),
competenti nelle materie e gentilmente disposti ad una collaborazione tra le
opposizioni.
L’acuto
Capogruppo leghista ne ha tratto conseguenze “politiche” divertenti: Unione
Italiana sarebbe alleata al PD e dietro il proprio nome nasconde Scelta Civica.
Lo ringraziamo per la sempre intelligente analisi; ci ha spiegato chi siamo e
qual è la nostra identità politica; ha la vocazione dell’illuminatore, noi
viviamo nell’oscurità.
In
verità, Unione Italiana a Saronno era, è e rimarrà al suo posto tra i banchi
della minoranza, come nel quinquennio precedente, quando i leghisti sedevano di
fianco a noi e condividevano l’opposizione. Allora, andavamo bene così, eravamo
spesso utili; oggi non siamo più
graditi, perché dall’altra parte e fastidiosi, mentre loro – come ha ripetuto con nonchalance il cit. Capogruppo evergreen – hanno ora il possesso della città (concetto
patrimoniale agghiacciante; ma almeno possiedono
qualcosa, viste le magrissime dichiarazioni dei redditi pari a zero di
molti loro amministratori; ma, si sa, sono “al
verde”).
Personalmente,
non nascondo affatto le mie opinioni, com’è ben noto, e sono Consigliere di
Unione Italiana, non di altri partiti; ho il brutto vizio di ragionare con la
mia testa e di non alzare la mano a comando (come i Consiglieri di maggioranza
disorientati su un emendamento, che hanno alzato la mano dopo l’ordine del
Presidente del Consiglio, che ha fatto ripetere la votazione!); sono nel
Consiglio Comunale di Saronno, non in altri consessi elettivi, all’opposizione –
come altri partiti e movimenti; appartengo ad una scuola politica di
centrodestra moderato, che con l’urlata semplificazione della Lega si trova a
disagio ed in condizione di alternatività; ed infatti il centrodestra a Saronno
ha governato la città con me, tra il 1999 ed il 2009, senza la Lega e la Lega
oggi governa senza Unione Italiana e senza di me: un raro esempio di coerenza
per entrambe le forze politiche; di che si lamenta il Capogruppo leghista? Preferisce
i pateracchi?
E
si meraviglia pure della nostra contrarietà alla pseudo delibera di sostegno al
futuribile referendum sulla maggiore
autonomia lombarda? Noi pensiamo che non ci sia bisogno di alcun referendum, peraltro molto costoso, pare
circa 50 milioni di euri; è già còmpito della Giunta Regionale negoziare
maggiore autonomia con il Governo, lo dice la Costituzione, art. 116, 3° comma.
Il
referendum è solo un grosso spot propagandistico e fuorviante a beneficio della
Lega, ma a carico di tutti i cittadini lombardi. Inutile spottone e molto caro, ridicola imitazione scoto-catalana-québecoise (ma là i referendum sono seri).
L’autonomia,
quella vera, la si consegue con un negoziato intelligente tra Regione e Stato,
ai livelli adeguati, tramite i legittimi rappresentanti dei cittadini, che li
eleggono appunto per quello. Altrimenti, che ci stanno a fare?
Non
condividiamo, quindi, questa deriva plebiscitaria, di nessuna rilevanza
pratica, utile solo a chi illude i Lombardi che otterranno chissà quali
benefici… Non dimentichiamo, infatti, che maggiori attribuzioni di funzioni corrispondono
a maggiori spese (i servizi costano): qui sta la scommessa. Se la Regione saprà
erogare servizi al posto dello Stato e lo saprà fare con migliore efficienza e
con una diminuzione dei costi (cioè delle tasse), ne saremmo tutti felicissimi;
maggiori attribuzioni, quindi, non significa affatto minori tasse…; sicuramente
maggiori responsabilità.
Attenzione
ai mercanti di sogni (e ai loro supini alleati).
Dalla pietà a una reazione decisa
Nessun fiore, oggi.
Si, è vero, coi fiori si adornano le tombe.
Ma adesso i sepolcri sono ancora vuoti, ci solo solo 120 salme
oltraggiate e disperse, che richiedono pietà e destano sgomento prima di essere
ricomposte e degnamente riposte.
Il male è tra di noi.
Il puzzo di zolfo si è sostituito al profumo dell'incenso.
Gli assassini nel nome di un dio inumano come i suoi truci
missionari si beano con la falce della morte, seminano strage e terrore.
Non sono dei folli, non sono fanatici: questa è la loro natura,
questa è la loro idea di primitiva società, questa è la loro fede, che richiede
sacrifici umani, spargimento di sangue, macellazione rituale.
Un disegno tragico, brutale, contro cui reagire.
Il male ha un nome, si chiama Stato Islamico.
Islamico.
Non cristiano, ebraico, buddista, induista, animista.
Non c'è più tempo, il califfo redivivo dell'islam ha scatenato le
truppe, che sono tra di noi e ci
colpiscono a tradimento.
La tolleranza ha prodotto le
stragi.
Adesso basta, non si può inneggiare al dialogo solutorio con chi
ci vuole solo sottomettere e capisce soltanto la lingua della guerra.
“Getterò il
terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su
tutte le falangi!” (Corano,
8:12).
Siamo in pericolo, ci considerano infedeli da abbattere.
È l'ora della reazione, ci dobbiamo mobilitare per difendere la
nostra sicurezza, la nostra pace, la nostra civiltà, il nostro futuro.
La pietà non basta più.
Questa è la fine per chi, come noi, crede nel Dio della
misericordia o, comunque, nella pace, nell'eguaglianza, nella libertà:
“La ricompensa
di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la
corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate
la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco
l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo
immenso.” (Corano,
5:33).
Li
abbiamo già visti all’opera dove hanno preso il potere, senza remore e con cieca
violenza, con trista coerenza: taglio di gole, crocifissioni, roghi, lapidazioni,
frustate, riduzione a schiavitù, donne e bambine violate, vendute, costrette al
matrimonio, conversioni forzate, insigni opere d’arte demolite, chiese e templi
abbattuti, comunità disperse e incarcerate.
Noi
aderiamo (ma lo sappiamo?) alla Dichiarazione
universale dei diritti dell’Uomo dell’ONU, che all’art. 18 attesta: Ogni
individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione;
tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di
manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la
propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel
culto e nell'osservanza dei riti”.
Ma ciò non è
compatibile con l’Islam, la cui contrapposta Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo, proclamata il 19 settembre 1981 (beffardamente) a Parigi,
in proposito dichiara: “Art. 12 -
Il diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola - Ogni persona ha il diritto di pensare e di
credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da
parte di chicchessia, fino
a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a
questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la
menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o
offendere la Comunità islamica: «Se gli
ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la
sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e
rimarranno ben poco nelle tue vicinanze. Maledetti! Ovunque li si troverà
saranno presi e messi a morte» (Cor.,
XXXIII:60-61)”.
Non
illudiamoci, la differenza è ontologica, insuperabile; tertium
non datur.
Oggi ci indigniamo, ma domani torneremo superficialmente
alle comodità di una vita sazia e orba, tanto preoccupati di non discriminare,
di tollerare, di essere comprensivi, aperti, “moderni”; con ciò negando le
nostre radici, la tradizione di secoli che ha dato una fisionomia alla nostra
civiltà.
Relativisti d’accatto, con il complesso
di colpe non vissute, stiamo perdendo l’identità,
che è un diritto per ogni individuo, per ogni comunità, per ogni popolo e che
noi stemperiamo, attutiamo in nome di un incoerente rispetto per gli altri, al
punto di negare le nostre origini e abitudini.
Ma questi altri, fortemente motivati e coerenti, non hanno rispetto; hanno uno scopo, peraltro
definito sacro dalle loro increate scritture, che promettono premi
eterni a chi combatte per quella finalità: la sottomissione universale.
Le stragi proseguono: si abbattono
aerei, di uccidono giornalisti, si sparge il terrore in una tranquilla serata
di novembre.
Fino a quando il “nostro” mondo
resisterà?
Gli esempi sono sconfortanti: non
dimentichiamo che le più antiche Chiese apostoliche dell’Africa settentrionale,
da cui veniva Sant’Agostino, sono state spazzate via in pochi decenni dopo le
conquiste islamiche dei secoli VII e VIII: chi se le ricorda?; al giorno d’oggi,
i cristiani, dal 10% che erano con Saddam Hussein, sono praticamente spariti
dall’Iraq e stanno sparendo dalla Siria, ridotti a profughi; i Copti egiziani,
25% della popolazione all’inizio degli anni ’50, si sono ridotti al 10% in un
paese tra l’altro “moderato” e se ne vanno in esilio.
Adesso la minaccia è qui: a Parigi, in
Europa; l’8 dicembre inizia il Giubileo a Roma.
Che aspettiamo? Siamo già rassegnati a
scomparire?
Potrebbe essere una soluzione, comoda,
anestetica…
Tutti sottomessi, senza più i problemi della democrazia, della libertà:
omogeneizzati, sterilizzati, verso l’estinzione.
Piangere i morti a Parigi non basta; «un
attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e
solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida in
tutte le sue forme» (Papa Francesco, tramite il portavoce p.
Lombardi).
Urge pensarci.
Seriamente.
Con la consapevolezza di chi siamo, da
dove veniamo, di quale futuro vogliamo per i nostri figli, per la nostra Patria,
per la nostra civiltà.
È un dovere, anche se costerà.
giovedì 5 novembre 2015
Tra slogan e realtà: l'occupazione
"Prima i saronnesi. Viva Saronno, viva la Libertà", così conclude il suo stizzito ed insofferente intervento su inno nazionale e fascia tricolore il Capogruppo della Lega Nord Lega Lombarda per l'Indipendenza della Padania.
Condividiamo pienamente l'invocazione; ma non possiamo non avvederci dell'intima contraddittorietà tra questo slogan (peraltro usato nella recente campagna elettorale, insieme al "cambio di musica") e l'azione concreta posta in essere dalla medesima Lega.
Prima i Saronnesi?
Come mai, allora, un Vicesindaco e un paio di Assessori che Saronnesi non sono?
Come mai un capo dello staff - cui il Sindaco si affida ciecamente come motore dell'Amministrazione - di Tradate?
Come mai diversi Consiglieri Comunali di fuori Saronno?
Come mai consiglieri di amministrazione di Saronno Servizi non Saronnesi?
Come mai così tanti nullatenenti ed inoccupati tra i nuovi componenti dell'Amministrazione (basti vedere le dichiarazioni dei redditi pubblicate: imbarazzanti)?
Forse è il caso di modificare opportunamente lo slogan, che pure ha avuto tanto successo: "Prima la Lega" o, più propriamente: "Prima i leghisti (di provata fede o rimasti senza occupazione o senza reddito o parente o coniuge)".
In ciò, conveniamo, la Lega (non solo saronnese) è imbattibile: occupa tutto, con l'efficacia di una ruspa.
Ovviamente, le indennità dei nuovi amministratori (per molti l'unico reddito!) continuano a provenire dalle casse comunali e statali: ma di ciò non ci si lamenta; in questo caso, anche Roma va bene.
Se questa è la sobrietà...
Se questa è nuova musica...
Meglio l'inno nazionale, meglio il tricolore: questi, almeno, appartengono A TUTTI.
mercoledì 4 novembre 2015
E la piazza diventò cortile
Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata definitivamente approvata
una variante del Piano di Lottizzazione residenziale in corso di edificazione
alla Cascina Colombara; la variante era già stata adottata con delibera del
Consiglio Comunale del 28 gennaio 2015.
Potrebbe sembrare un atto dovuto, giacché tra la prima e la
seconda deliberazione non sono nemmeno pervenute osservazioni dai cittadini.
Invece, pur nella secondarietà del punto all’ordine del giorno, si
sono registrate alcune interessanti e, per certi versi, sorprendenti
situazioni: sia nel merito, sia nelle valutazioni politiche.
Nel merito: “in sostanza, le modifiche
riguardano la trasformazione di un'area prevista a piazza in un'area verde con
all'interno una pista ciclabile”, così spiegava l’allora Assessore
Campilongo e così ha ripetuto diligentemente la neo Assessora Pellicciotta. Con
nonchalance, poiché evidentemente una piazza pubblica (che
avrebbe peraltro avuto la denominazione di “Piazza Paolo VI”) ed un bel
cortile a verde sono intercambiabili…
Una piazza è pubblica, è un luogo
aperto a chiunque, per l’aggregazione e per il passaggio; un’area a verde,
seppur arricchita da una pista ciclabile (comunque non incompatibile con una
piazza), rimane un’area “aperta”, nominalmente, ma quando è collocata –
come nella fattispecie – all’interno di un complesso edificato condominiale si
trasforma di fatto in un cortile a beneficio dei residenti , che ne custodiranno
gelosamente l’uso; un’area verde, si sa, aumenta il valore degli immobili; un’area
verde attrezzata sarà inevitabilmente la corte comune dei residenti.
C’è poi un risvolto economico non indifferente: della
manutenzione di una piazza pubblica si sarebbe dovuto occupare, a proprie cure
e spese, il Comune, com’è logico. Non si è detto, invece, nella deliberazione approvata,
a chi spetterà la manutenzione dell’area verde attrezzata; dovrebbe spettare,
quindi, ancora al Comune.
Bella forza: dove si trova un condominio il cui cortile verde
viene mantenuto non dai condòmini, ma dal Comune? Sarebbe un assurdo,
sicché ci auguriamo che, come annunciatomi fuori onda dalla gentile Assessora
Pellicciotta, l’Amministrazione riesca a chiarire questo punto ed a porre le spese
di manutenzione a carico dei condomìni beneficiari dell’area verde. Magari ci
si sarebbe dovuti svegliare prima dell’adozione e dell’approvazione di questa
variante… Non è un dettaglio di poco conto.
Se, dunque, una piazza si è convertita in cortile, ancor più
clamorose sono le conversioni delle forze politiche su questo punto all’ordine
del giorno.
Su mia richiesta, l’Assessora Pellicciotta mi ha precisato che la
delibera di adozione della variante fu approvata dal Consiglio Comunale
del 28 gennaio 2015 con i voti
favorevoli del Partito Democratico, della scomparsa Italia dei Valori, di
Tu@Saronno, del Partito Socialista. Astenuti: Lega Nord Lega Lombarda per
l’Indipendenza della Padania e Unione Italiana.
In propòsito, il Consigliere leghista Veronesi dichiarava: “Per quanto riguarda
invece il Piano di Lottizzazione residenziale via Boccaccio via Don Sturzo
Torres, il Gruppo Consiliare della Lega Nord Lega Lombarda per l'indipendenza
della Padania in passato si era dimostrato molto dubbioso per quanto riguarda
la nuova edificazione di quest'area verde, che c'è in Cassina Colombara, per
cui ovviamente non possiamo certo essere a favore oggi dopo che avevamo
votato contro diverso tempo fa, ormai si parla mi sembra del 2006 quindi sono
passati diversi anni. Mentre il Piano di Lottizzazione di cui si parla è un
Piano che effettivamente non viene approvato questa sera perché è semplicemente
una variante però riguarda veramente un aumento di costruzioni in una zona
tranquilla, un'area verde e quindi sostanzialmente sarà un aumento di cemento
molto massiccio su un’area che attualmente è verde. Quindi sicuramente siamo
perplessi per questa proposta di variante”.
Al Consiglio Comunale di giovedì 29 ottobre, invece, abbiamo
assistito ad un vero e proprio ribaltamento: Lega Nord Lega Lombarda per l’Indipendenza
della Padania e Fratelli d’Italia hanno votato a favore (assente l’unico
Consigliere di SAC Saronno al Centro, che non avrebbe comunque potuto
partecipare al voto per notorio conflitto
di interesse); il Partito Democratico si è astenuto.
Potenza della conversione sulla via della Colombara, una
riedizione minimale della via di Damasco:
-
il Partito Democratico ci ha ripensato,
ripudiando il suo primigenio atteggiamento favorevole, forse memore degli
schieramenti realizzatosi durante la campagna elettorale ed al ballottaggio, in
particolare, senza il soccorso di liste su cui aveva forse fatto conto;
-
la Lega Nord
Lega Lombarda per l’Indipendenza della Padania ha abbandonato le sue sicure
perplessità e l’astensione ed ha compattamente votato a favore, senza alcun
intervento a spiegazione del mutato suo orientamento. Ma la nuova maggioranza,
dominata dall’autosufficiente Lega, sa essere benevola con gli alleati,
specie se assenti. E non si trattava di un atto dovuto (come l’approvazione
del conto consuntivo della passata Amministrazione, fatto tecnico).
Solo Unione Italiana ha mantenuto le sue posizioni contrarie al
provvedimento.
Piegarsi alle convenienze “politiche” del momento, abbandonando un
minimo di decente coerenza, non è certo un bel segno: questo realismo
è capace di condurre a chissà quali contorcimenti e ribaltoni…
Facciamocene una ragione: una piazza in meno, un cortile in più;
dov’è finito l’interesse pubblico?
IV NOVEMBRE
IV NOVEMBRE
IIIC ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA
CENTENARIO DELL'ENTRATA IN GUERRA MCMXV
GIORNATA DELL'UNITA' NAZIONALE
FESTA DELLE FORZE ARMATE ITALIANE
Un commosso pensiero di gratitudine
ai generosi Caduti di tutte le guerre,
il cui sacrificio ha dato agli Italiani
la pace ininterrotta da settant'anni,
vegliata dalle nostre Forze Armate,
presidio dell'unità della Patria italiana,
all'ombra del Tricolore.
Ci auguriamo che domenica 8 novembre, quando sarà celebrata la festa patriottica, si tornino a vedere a Saronno i tricolori italiani e si possa ascoltare l'Inno Nazionale, nella giornata dell'Unità Italiana.
Ci auguriamo anche di vedere il Sindaco, che rappresenta tutti i Saronnesi, con la fascia tricolore a tracolla, quella che sinora ha omesso di indossare anche nei momenti più solenni, sostituita da lugubri tenute nere e vistosi accessori verdi.
Ci auguriamo che il Sindaco, primo cittadino, sia fisicamente presente alla celebrazione in onore dei Caduti di tutte le guerre, dell'anniversario della Vittoria, che portò a compimento l'unità italiana, delle Forze Armate, costante presidio della nostra sicurezza.
Presente personalmente, non per delega a qualche volonteroso Assessore: un'assenza - anche se egregiamente sostituito - sarebbe uno sfregio ai sentimenti dei Saronnesi che si sentono di appartenere alla grande comunità degli Italiani e si riconoscono nella Costituzione della Repubblica, a cui il Sindaco ha giurato fedeltà.
Ci auguriamo di ascoltare un suo discorso, che si concluda - come da sempre - con l'invocazione "Viva l'Italia, viva la Repubblica!".
Non ci sembra di chiedere nulla di strano; solo il rispetto per le tradizioni nazionali e per i Saronnesi che non le hanno dimenticate.
Pierluigi Gilli, Capogrupo di Unione Italiana
venerdì 23 ottobre 2015
Cautela con i patrocini
Comunicato stampa
La manifestazione “Wolf of the ring” ha destato un certo stupore e reazioni sanguigne per il patrocinio concesso dal Comune all’evento
programmato alla metà del mese di novembre, a cura di “Wolf of the ring”, un’associazione dedicata allo sport da
combattimento, e da “Bran.co
branca comunitaria onlus”, dedita alla diffusione delle
arti marziali in difesa delle donne, come si può leggere sui siti ufficiali di
esse.
Tali associazioni sarebbero
connotate da forti richiami ad esperienze di estrema destra, le cui ideologie
abbraccerebbero e praticherebbero.
Orbene, la XII disposizione
transitoria e finale della Costituzione e la legge 645/1952 (la c.d. legge Scelba) puniscono chiunque “ promuova od organizzi sotto
qualsiasi forma,la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un
gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione
del disciolto partito fascista” oppure chiunque “pubblicamente
esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità
antidemocratiche”.
Poiché siamo in uno Stato di diritto, è compito
della Magistratura giudicare chi contravviene a tali norme ed irrogare le
sanzioni.
Nella fattispecie, non risulta che siano
intervenute pronunce della Magistratura in questo senso nei confronti delle due
associazioni predette.
Tuttavia, dalla lettura dei contenuti dei loro
siti ufficiali, molti dubbi e perplessità emergono.
In una situazione come questa, in cui si
confondono molte ambiguità e stranezze, un’Amministrazione seria ed attenta
eviterebbe, quantomeno per motivi di opportunità e di cautela, di concedere il
patrocinio municipale a manifestazioni organizzate da soggetti sospetti.
Se, dunque, dalla concessione del patrocinio
civico sorgono divisioni, polemiche e allarme sociale, un’istituzione
democratica ben si guarderebbe dal farsene coinvolgere.
Non compete a noi giudicare con la forza di una
sentenza la qualità e l’appartenenza politico-culturale di tali associazioni; è
la Magistratura che deve intervenire, se ve ne siano le condizioni.
Nel frattempo, la manifestazione sportiva
si tenga pure, se nessuno l’ha legittimamente vietata; piuttosto, però, l’Amministrazione,
in quanto Istituzione democratica, desista dal nobilitarla con il prestigioso
patrocinio, per non dar mostra, anche solo indirettamente, di essere vicina
culturalmente ed ideologicamente alle associazioni di cui si tratta.
Nel dubbio, meglio astenersi e non contribuire,
anche in perfetta buona fede, alla creazione di allarme sociale e di spiacevoli
fratture fra i Concittadini, generatrici di inutili tensioni: auspichiamo,
pertanto, per questi motivi e secondo le regole auree della preventiva prudenza
e per non alimentare altre, inutili polemiche divisive, che il patrocinio
sia revocato, al di là della sua dimostranda valenza sportiva.
Saronno, 23 ottobre 2015.
Gruppo Consiliare di Unione Italiana
Comitato di Saronno di Unione Italiana
giovedì 22 ottobre 2015
martedì 20 ottobre 2015
Il nuovo rito segreto della “Ciocchina”
Sabato 24 ottobre, vigilia della festa del Trasporto, saranno consegnate le Civiche Benemerenze “La Ciocchina”, appuntamento ormai tradizionale da quando, nel 2003, fu istituito come onorificenzamunicipale con deliberazione della mia prima Amministrazione, che accolse la generosa offerta dell’associazione Studi Interdisciplinari di renderla patrimonio civico, dopo averla creata anni prima in forma privata.
Sembrerebbe tutto pronto per la solenne cerimonia:
sono stati diramati gli inviti ai Consiglieri Comunali, sono stati affissi i
manifesti per avvisarne i Saronnesi.
La Civica Benemerenza è disciplinata dalle Tavole Fondative,
che si possono consultare sul sito ufficiale del Comune, che io stessi ebbi l’incarico di redigere personalmente.
Tutto è pronto, quindi; non resterebbe che rallegrasi
con i i vincitori.
Ma c’è un “ma”, una novità che l’Amministrazione
leghista ci ha riservato…
L’art. 3, comma 7.delle tavole Fondative recita: “7.
Il Sindaco, a nome della Giunta Comunale, darà comunicazione al Consiglio
Comunale della deliberazione della Giunta nella seduta immediatamente
successiva; sino a tale comunicazione, i nominativi degli insigniti non
potranno essere divulgati e, a tal fine, la deliberazione della Giunta Comunale
sarà temporaneamente segretata”.
Poiché il termine per la decisione della Giunta è il
30 settembre (art. 3., comma 5.) e la consegna avviene la vigilia del Trasporto
(art. 4., comma 1. - termine mobile, quest'anno il 24 ottobre), è evidente che
il Sindaco debba dare comunicazione al Consiglio Comunale degli insigniti tra
il 1° ottobre e il sabato della consegna: in questo periodo si deve
tenere "la seduta immediatamente successiva" del
Consiglio Comunale.
È con questa comunicazione al Consiglio Comunale che
la deliberazione della Giunta, che è segretata, viene resa pubblica, davanti al
Consiglio Comunale, che è l’organo di massima rappresentanza dei cittadini, da
loro stessi eletto.
Così è sempre stato, com’è
agevole costare dalla lettura degli estratti dei verbali di alcuni Consigli
Comunali degli anni scorsi e come logica vuole:
C.C. 29
settembre 2014
Sindaco
Porro: Secondo le tavole fondative sapete che, entro
il 31 agosto, i cittadini devono presentare delle candidature e che la Giunta,
durante il mese di settembre, valuta queste candidature e quindi poi conferisce
questo premio denominato “la Ciucchina”. Per l’anno 2014 le persone o
l'associazione che verranno premiate nel corso della cerimonia che si terrà
sabato 25 ottobre 2014 sono le seguenti, quindi da questo momento, da quando
verranno rese pubbliche, sia la stampa che i cittadini lo sapranno, e sarà
possibile darne anche divulgazione. I premiati, per il 2014, saranno….
C.C.
30 settembre 2013
Sindaco
Porro: La prima comunicazione riguarda l'onorificenza
della Ciocchina che come ogni anno è consuetudine si celebri nella nostra città
nel mese di ottobre. La vigilia della festa del trasporto, l'ultimo sabato del
mese di ottobre, si terrà questa cerimonia, la Giunta come tutti gli anni, in
base alle tavole fondative del regolamento, ha deciso i nominativi delle
persone a cui conferire il giorno 26 ottobre l'onorificenza della Ciocchina. Do
comunicazione, nessuno a Saronno ne è a conoscenza se non il sindaco e gli
assessori perché così recitano le tavole fondative per cui sarete i primi voi
questa sera a conoscere in diretta dalle parole del Sindaco quali saranno le
persone che verranno insigniti di questa onorificenza. La Giunta ha deciso che
quest'anno i premi verranno consegnati a...
C.C.
10 ottobre 2012
Sindaco
Porro: La prima comunicazione a termini di regolamento
riguarda le benemerenze che quest’anno la città di Saronno consegnerà a dei
cittadini in occasione della Ciocchina per il 2012 che si terrà sabato 27
ottobre alle ore 16.30 presso questa sala consiliare. Le persone o le
associazione che quest’anno verranno insignite di questo prestigioso premio
saronnese denominato la Ciocchina saranno le seguenti….
C.C. 27
settembre 2011
Sindaco
Porro: La prima comunicazione che devo al Consiglio
comunale è la seguente, secondo quanto previsto dalle tavole fondative della
civica benemerenza La Ciocchina comunico al Consiglio comunale che la Giunta
nella seduta del 22 settembre ha determinato per l’anno 2011 di conferire la
benemerenza ai seguenti soggetti….
C.C. 30
settembre 2010
Sindaco
Porro: Un'ultima comunicazione questa volta invece è
molto più bella come notizia, volevo comunicarvi del conferimento della civica
benemerenza della Ciocchina che, per l'anno 2010, la Giunta ha ritenuto di
dover consegnare come riconoscimento per il prestigioso, come prestigioso
premio saronnese, alle seguenti persone…
C.C.
22 settembre 2008
Sindaco
Gilli: Secondo quanto previsto dalle tavole fondative della
civica “Benemerenza” la Ciuchina comunico al Consiglio comunale che la Giunta
comunale ha determinato per l’anno 2008 di conferire la Benemerenza ai seguenti
soggetti….
C.C. 1°
ottobre 2007
Sindaco
Gilli: do lettura dei nominativi degli insigniti della
Civica Benemerenza…
Ricevuto l’invito alla cerimonia del 24 ottobre, ho
partecipato alla seduta dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio dello scorso
martedì, dove abbiamo appreso che il Consiglio Comunale è convocato per il 29
ottobre, cioè dopo l’avvenuta consegna delle civiche benemerenze.
I Consiglieri di opposizione, meravigliati, hanno
fatto presente la stranezza; il presidente del Consiglio Comunale,
Fagioli Raffaele (non Alessandro, che è il fratello Sindaco), con fastidio,
ha replicato che il regolamento (le Tavole Fondative) dicono che i nominativi degli insigniti sono
comunicati al Consiglio Comunale DOPO la consegna!
Evidentemente, io non capisco niente, benché il
regolamento lo abbia scritto io di mio pugno e malgrado da sempre si sia fatto
in modo diverso; sono diventati lo smemorato di Collegno e sono anche in buona e numerosa compagnia. I leghisti, il Presidente del Consiglio, nella loro eccelsa
capacità ermeneutica e regolamentare, hanno inventato una sorta di interpretazione
autentica a dispetto dell'autore e dei loro predecessori.
Pertanto, i nomi dei premiati saranno noti solo il
giorno della premiazione….
Salvo che sia stata fatta una modifica del
regolamento, con delibera secretata e retroattiva (ma ciò non sarebbe legittimo,
perché non sussistono le condizioni per la secretazione di una deliberazione),
ci troviamo – Saronnesi, Consiglieri Comunali, giornalisti – di fronte ad un
comportamento dell’amministrazione illogico e contraddittorio, irrispettoso
del Consiglio Comunale e dell'opinione pubblica: che senso ha
comunicare i nominativi al Consiglio Comunale DOPO che le benemerenze
sono già state consegnate? Come si fa ad avvisare i vincitori PRIMA
della cerimonia di conferimento, se il nominativo non potrà essere divulgato?
Gli insigniti come lo sanno? Via etere? Per divina ispirazione? Come si può
costringerli al silenzio? Ci si affida ai Servizi Segreti? Come potranno gli
insigniti portare con sé alla cerimonia amici e parenti, giustamente
orgogliosi? Ingiungeranno loro di tacere?
Non aggiungo altro, se non che la deliberazione di
scelta dei nominativi (che secondo le Tavole Fondative deve essere adottata
entro il 30 settembre di ogni anno) è pure tardiva e postuma, perché
adottata il 5 ottobre.
C’è da domandarsi quali siano le ragioni di cotanta segretezza,
sembra quasi che si tratti di un rito di una setta segreta…
Per contro, a partire dal Consiglio Comunale, cui il
Sindaco avrebbe dovuto fare l'annuncio dei premiati, è un atto civico di rilevante importanza simbolica,
un esempio di virtù civiche da proporre ai Saronnesi con la massima pubblicità.
La Lega non ama l’informazione, come ha
già ben dimostrato con la penosa vicenda degli spazi negati ai Gruppi
Consiliari su “Saronno Sette”; anche in un’occasione di festa si ammanta
di ridicolo riserbo, motivato con cervellotiche interpretazioni.
A meno che… (absit iniuria verbis) conti sul
fattore sorpresa, avendo fatto scelte nel proprio laghetto…
Dopo lo staff ad
usum Delphini, anche premiati orientati?
Personalmente, attenderò il Consiglio Comunale del 29
ottobre per apprendere dalla viva voce del Sindaco i nomi dei premiati il 24…
I riti a scatola chiusa non mi vanno proprio
giù: ciò che è civico è di tutti, non di una
sola parte.
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