giovedì 2 aprile 2009

Confronto? Finirebbe in un monologo, perché io non posso ormai promettere nulla

Rispondo al Dott. Luciano Silighini Garagnani, presidente nazionale dell’associazione "Giovine Italia", che dalla stampa mi invita ad un pubblico confronto:

L’abitudine ad interloquire con i concittadini in tempo reale ce l’ho dal 2000, quando aprii una bacheca libera sul sito istituzionale del Comune, ove ognuno poteva scrivere di ogni argomento comunale e riceveva la mia risposta o il mio commento entro 24 ore… Credo di essere un apripista, più che un veterano, in questa materia.
Per venire al merito della Suo ultimo intervento, devo dire che gli elogi alla mia amministrazione non mi impediscono di non condividere l’attacco al sistema di sicurezza causato dalla presenza di certi elementi e la Sua invocazione di maggior attenzione e controllo reale.
Il sistema di sicurezza – come ho spiegato – c’è (e anche Lei lo sa); maggiore attenzione può essere forse ancora data dal Comune, che però ha già fatto la sua parte; occorrono provvedimenti di altro genere, che non rientrano nelle competenze degli Enti Territoriali, ma dello Stato, che i Comuni non possono e non devono sostituire.

D’altra parte, se in Lombardia, come si leggeva oggi sulla stampa, la popolazione straniera è ormai pari al 10%, non c’è da meravigliarsi che a Saronno, da meno del 2% nel 1999, sia cresciuta sino ad oltre il 7% nel 2008 (parliamo di stranieri regolarmente presenti ). È un fenomeno esteso a tutta l’Italia, a volte in modo drammatico.

Perché, dunque, una manifestazione proprio a Saronno per chiedere più controlli? Il problema è nazionale, non locale. Esprimere solidarietà dopo più di un anno? Non significa, piuttosto, riaccendere reazioni generiche ed incontrollabili? Per chiedere alle forze dell’ordine più sicurezza occorre andare in piazza? E come possono le Forze dell’ordine punire gli sfaccendati (ce n’è anche di nostrani…), se sono regolarmente presenti in Italia, muniti di tutti i documenti legittimi ed incensurati? Devono forse ricorrere alla sfera di cristallo, alla cabala o al processo sommario delle intenzioni?

Il problema, dunque, ha una radice lontana… L’incapacità di difendere le frontiere (come fa la progressista Spagna addirittura con la le cannoniere) e l’incapacità di far capire alle migliaia di illusi migranti che l’Italia, l’Europa, non sono la terra del bengodi; meglio sarebbe dar loro una mano concreta ed efficace a crearsi una vita dignitosa nei loro Paesi, senza lo schock di un tragico viaggio della speranza il più delle volte fonte di delusione e di condizioni di vita inaccettabili.

Più che a me, dovrebbe indirizzare le Sue proposte a livelli competenti.

Quanto all’altro fenomeno da Lei tratteggiato (i veri elementi pericolosi che hanno imbrattato le vostre vie ed un monumento sacro e costretto i negozianti a chiudere le saracinesche spaventati), non avrà da me una sola parola: come Ufficiale di Pubblica Sicurezza, sono tenuto ad agire ed a collaborare con le Autorità provinciali a ciò deputate; nel silenzio e nel riserbo, proprio attraverso i quali le Forze dell’ordine sono intervenute a ripristinare la legalità. Ho manifestato sdegno per l’imbrattamento del monumento in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-giuliano-dalmata; ma è stata l’unica volta in cui mi sono permesso di intervenire pubblicamente; un fatto intollerabile, aggravato dalla vigliaccheria dell’anonimato del buio notturno. Per il resto, mi attengo alla consegna del riserbo, da solo quale possono provenire risultati.

Da quivis de populo, dismessi i panni ed i doveri di Sindaco, parlerò anch’io. Ma non adesso.

Per queste ragioni, considero improduttivo il confronto, che Lei sollecita: sarebbe una questione politica, che non mi sento di prendere in considerazione a sessanta giorni dal termine del mio duplice mandato ed in piena campagna elettorale; finirebbe in un monologo, perché io non posso promettere nulla.

Chieda piuttosto ai partiti ed alle formazioni politiche, ne potrebbe derivare un confronto interessante ed appassionato (si interroghi, anche, sulle motivazioni dell’ostracismo di cui lamenta di essere stato vittima sinora); a me resta, per un paio di mesi, solo l’amministrazione ordinaria; non posso proprio arrogarmi il compito di disegnare soluzioni ed innovazioni, che sono materia da programma elettorale, a cui io sono ormai estraneo.

Et de hoc satis.

Le ricambio i cordiali saluti.

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