Interessante dibattito ieri sera in
Consiglio Comunale in merito al conto consuntivo del 2011; a mio avviso,
l’appuntamento più importante dell’anno amministrativo, perché basato sui
risultati, veri, concreti e verificati e non, come il bilancio preventivo,
sulle previsioni. Appuntamento
malgrado ciò solitamente snobbato, perché i numeri nudi danno meno visibilità e sono renitenti
alla propaganda.
La qualità della discussione è stata
davvero notevole (perfino l’Assessore Santo mi ha stupito, confessando di
essere stato prevenuto nei miei confronti – suppongo negativamente – e invece mi
ha risposto in modo cortese e dialogante:
non è mai troppo tardi per
rispettarsi, anche se da posizioni spesso distanti); la materia è ostica e richiede lo sforzo
della riflessione; mi piacerebbe che il Presidente del Consiglio Comunale, ieri
sera particolarmente arcigno e rigido, si rallegri lui pure del proficuo
dibattito, che aveva tentato di azzerare con una severa e restrittiva applicazione del
regolamento: i Consiglieri che parlano a braccio – come nel mio caso – prima di
prendere la parola hanno necessità di qualche momento di raccoglimento per
impostare il proprio discorso; non siamo su una pista di atletica dove la
partenza è segnalata da un colpo di sparo… La fretta è cattiva consigliera.
Orbene, dal confronto è uscita la
diversità di impostazione tra l’attuale maggioranza ed i princìpi cui Unione
Italiana s’ispira, sulla scorta dell’esperienza amministrativa mia e di
numerosi altri suoi aderenti.
Il Segretario del PD, Dott. Gilardoni,
ha sottolineato che questo centro-sinistra, nel compilare il bilancio, per
trasparenza e correttezza delinea tutte le esigenze dei cittadini: quindi
elenca moltissimi progetti, anche se sa che, per le notorie difficoltà
economico-finanziarie contingenti, ne potrà realizzare solo una parte. Di qui
la normalità della forbice anche
molto ampia tra il preventivo ed il consuntivo.
Concetto – questo – accattivante ed
esposto abilmente, ma tuttavia non convincente ed ambiguo.
Infatti, unico dell’opposizione – come
rilevato dallo stesso Dott. Gilardoni – ho riconosciuto senza tentennamenti
che, in un momento di crisi come quello che viviamo e con le ristrettezze
imposte dai Governi ai Comuni solo a
beneficio dei conti dello Stato, gli Enti Locali hanno ben poca libertà di
manovra e si trovano nella spiacevole situazione di amministrare bisogni
accresciuti con mezzi ormai insufficienti: è un dato di fatto che solo per
inutile demagogia altri hanno voluto ignorare.
Posto questo fondamento indubitabile,
nascono però le diversità di metodo: l’attuale maggioranza (transeunte com'è la vita), infatti, nel
bilancio preventivo del 2011 ha infilato una pluralità di interventi ab origine irrealizzabili ed ha proposto
l’assunzione di mutui per ben 6 milioni, di cui ne ha contratti soltanto per €
400.000 (sistemazione di strade): i mutui come dei tappabuchi. Questa differenza, unita ad altre grosse
cifre cambiate a causa di provvedimenti governativi e dell’inizio
dell’attuazione di un federalismo fiscale
mal concepito e peggio attuato, ha fatto sì che il totale del previsto per
entrata e spesa si sia rivelato superiore del 28% (ventotto per cento) rispetto
all’effettivo del consuntivo; in particolare, delle 18 opere impegnative
annunciate, solo 4 siano state realizzate (e nemmeno le più importanti).
Nel sottolineare questo differenziale
(pari a circa 15 milioni su 53), ho criticato (mi pare fondatamente)
l’allarmante superficialità previsionale, che ha dato luogo ad un bilancio
preventivo gonfiato a dismisura come una gigantesca mongolfiera.
In verità, a mio modesto avviso (modesto perché non sono un economista dalla riverita firma), nel
preventivo si devono esporre solo i progetti di cui si abbia la ragionevole
certezza di poterli realizzare, con l’indicazione puntuale e vera delle fonti
di finanziamento; in altre parole, si deve prevedere solo ciò che si ritiene
prudentemente di poter fare. Altrimenti, il bilancio preventivo si converte in
un elenco di buone intenzioni, di sogni ad occhi aperti, in una fabbrica di
illusioni.
L’attuale maggioranza, su questo
versante, ha scelto di comportarsi così; con la scusa di dichiarare le esigenze
dei cittadini e pur sapendo di essere in grado sì e no di provvedere alla mera
amministrazione ordinaria, ha confezionato un bilancio di ambizioni e di idee (alcune delle quali sono anche
condivisibili in teoria) ed ha deliberatamente confuso il suo programma
elettorale con le poste di bilancio di
previsione (sia dell’anno, sia del triennio: basti vedere il piano triennale
delle opere).
Insomma, il bilancio-mongolfiera per
dimostrare, sulla carta, che i famosi dieci grandi progetti, tanto strombazzati
in campagna elettorale e su cui il centro-sinistra ha costruito in buona parte
il consenso, sono vivi e vegeti: peccato
che, dopo due anni e mezzo di governo, non ne sia stato realizzato nemmeno uno.
Questo, dunque, rimprovero ai Reggitori
saronnesi: l’insistenza nell’illusione miracolistica di magnifiche sorti e
progressive improbabili ed impossibili stante l’attuale difficilissima crisi in
cui ci dibattiamo; e ciò non per trasparenza, come pudicamente si è cercato di
sostenere, ma solo per fare altro fumo ed indurre a nuove aspettative irrealistiche;
è propaganda pura (in ciò sono imbattibili!), nel tentativo di mantenere un consenso fortùito dovuto, come ben sa il centro-sinistra, più alle divisioni
altrui che alla propria solidità.
Le previsioni sono difficili, è vero; ma
non bisogna esagerare; sia onesta la maggioranza e si limiti ad un discorso
semplice semplice: cureremo attentamente
l’ordinaria amministrazione, nel tentativo di continuare ad erogare i servizi
cui i cittadini erano abituati; sarà già una cara grazia se ci riusciremo; le
grandi idee, i grandi progetti li conserviamo nei nostri desideri, ma li
dobbiamo rinviare a momenti migliori. Accontentiamoci anche di piccole cose
(che, se sono tante, messe insieme sono già un successo).
Un atteggiamento simile sarebbe prova di
lucidità e di umiltà; di più: sarebbe un vero esempio da imitare anche da parte
dei cittadini saronnesi, adusi – come tutti gli Italiani e gli Europei – a
vivere al di sopra delle reali possibilità da decenni: sarebbe buona politica, che anche noi
apprezzeremmo.
Il conto consuntivo del 2011 serva a
questa inversione di tendenza; i numeri, ahimé, parlano chiaro; dal
bilancio-mongolfiera e dalle promesse da marinaio alla forza, al coraggio di non promettere
troppo; senza eccedere in tecnicismi
ragionieristici o in rancorosi confronti con un passato, anche recente, in cui
la disponibilità di risorse era incomparabile a quella attuale dovuta al una
crisi profonda e lontana dalla conclusione.
Se la maggioranza si incamminasse su
questa strada di aderenza alla realtà, non ci limiteremmo ad incoraggiarla; altrimenti,
alla prova dei consuntivi, l’illusione non reggerà ed i Saronnesi, ancora più
attenti nel momento della difficoltà, scopriranno che il Re è nudo, anche se
ammantato di splendidi colori come un ciarliero pavone.
Forse per non dare troppo l'occhio l'Amministrazione non ha pubblicizzato per nulla il consuntivo, né sul SUO settimanale, cassa di risonanza di natura encomiastico-esornativa, dall'intenso profumo d'incenso, né sul SUO sito web in perenne restyling: meglio che i cittadini non sappiano e non disturbino il manovratore.
All'anno prossimo.