martedì 1 marzo 2011

Ricami (31): Il Santo e l’Angelo


Consiglio Comunale di ieri sera, prima parte: sindaco silente e purpureo, maggioranza impallidita allorquando si fanno notare errori ed imprecisioni nell’adottando nuovo statuto della fondazione per il teatro, tali da renderlo parzialmente illegittimo
Ardite perorazioni verbali su argomenti non pertinenti ed impertinenti di svariati esponenti della maggioranza, per deviare l’attenzione (cui  la Lega si unisce inconsapevolmente, cadendo nel trappolone oratorio e mettendoci del suo); cronometrica, federzoniana, prussiana conduzione di un Presidente sempre più algido.
L'onnisciente Santo Assessoremore solito – sulle documentate osservazioni di Unione Italiana s’intestardisce, ragiona di urgenza; nel palese imbarazzo, l’Angelo delle leggi e dei sacri testi improvvisa un’arringa debole e non convinta, a sostegno di un atto sgangherato e deficitario, lamentando che l’opposizione non proponga lei stessa il provvedimento riformato, quasi che sia còmpito della minoranza predisporre le proposte di deliberazione da sottoporre al Consiglio Comunale, non – com’è da che mondo è mondo – dell’Amministrazione; il potentissimo segretario democratico fatica a mimetizzare il proprio imbarazzato dispetto per l’ennesima figuraccia formale, assumendo una pigmentazione facciale paonazza.
Ovviamente, con la forza dell’arroganza congenita, la maggioranza respinge compatta come un sol uomo (stringiamci a coorte!) sia la questione pregiudiziale sollevata da Unione Italiana, sia la ragionevole e collaborativa proposta di rinviare di una settimana – senza necessità di altra convocazione del Consiglio – l’approvazione della delibera, una volta che vi siano state apportate le necessarie correzioni per renderla legittima.
Avremmo votato a favore del nuovo statuto della fondazione per il teatro, condividendone l’impianto e gli scopi; purché fosse formalmente a posto, non infarcito di stravaganze illegittime come il “comitato di nomina”, evidente espediente spartitorio.
Abbiamo capito: è inutile anche collaborare, nel rispetto dei ruoli; la maggioranza, conscia di essere vera minoranza in città, si ama, è autoreferenziale, non vuole nessun contributo da altri, ha i suoi angeli e i suoi santi, è autosufficiente, non si mischia, si bea seriosa fin che dura.
Sarà accontentata.
Per il resto, gli "altri", l’è sprezzo.

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