venerdì 8 maggio 2009

Saronno Servizi e forma


Nel 1999, subito dopo le elezioni, ci fu nella maggioranza un serio dibattito relativo alla sorte dell’allora municipalizzata Saronno Servizi, che aveva avuto vita travagliata, con un carosello di Presidenti in pochi anni. Che fare? si disse in una lunga ed affollata riunione presso l’allora Asilo Infantile Vittorio Emanuele II; smantellarla o rivitalizzarla?
La scelta fu per mantenerla e darle nuovi, ambiziosi obiettivi; scelta rivelatasi vincente, anche grazie alla stabilità di cui questa società (qualche tempo dopo, infatti, fu trasformata da azienda speciale in società per azioni) ha potuto godere per due lustri, ottimamente guidata dall’ininterrotto Presidente dott. Riccardo Rota, in cui ho sempre riposto fiducia ed amicizia, ricambiate. A lui i miei ringraziamenti e complimenti.
Dieci anni di continuo progresso, non solo nel fatturato (moltiplicatosi diverse volte), ma pure nella gamma di servizi e di strutture offerte: l’iscrizione all’Albo nazionale dei Riscossori (una delle poche società italiane ammessevi), l’ampliamento della rete idrica, il rinnovamento della piscina e del bocciodromo, la nuova piscina all’aperto, la pista di pattinaccio sul ghiaccio, il teleriscaldamento, la gestione dei parcheggi a pagamento, gli ottimi risultati delle due farmacie, i rapporti con altri Comuni divenuti soci.
Oggi, con la creazione dell’archivio telematico, preceduto dalla possibilità dei pagamenti on line, Saronno Servizi si distingue per modernità ed efficienza, peraltro in perfetta simbiosi con il più complesso tentativo di ammodernamento dell’Amministrazione Comunale, anch’essa da poco in grado di offrire numerosi servizi in via telematica: complimenti!
Questo è il futuro delle Pubbliche Amministrazioni, come l’instancabile Ministro Brunetta non smette di dire; un futuro migliore per i cittadini, che avranno a disposizione servizi più comodi, più tempestivi, più mirati, anche senza uscire di casa; per i dipendenti, che vedranno valorizzate le loro capacità e troveranno nuova motivazione nel loro lavoro; per il sistema Italia in generale, perché forti saranno i risparmi, da dirottare per la soddisfazione di bisogni altrettanto importanti.
Vero è che Saronno Servizi, sebbene gestita in modo encomiabile, ha ricevuto da parte del Consiglio Comunale un trattamento a dir poco schizofrenico; forse per la perfetta sintonia con l’Amminsitrazione, di questa società si è parlato soltanto per mettere in evidenza presunti orrori giuridici, assemblee mal convocate, illegittime modificazioni statutarie…
La forma, la forma ben più importante della sostanza! Il Consiglio Comunale trasformato in una perenne Corte di Cassazione, con improvvisati Procuratori Generali pronti a requisitorie devastanti su cavilli giuridici di cui nulla sapevano, adombranti recidive violazioni di legge (formale); chiacchiere, bevute avidamente anche da molti della maggioranza per il sol gusto di insinuare chissà quali complotti della Giunta; chiacchiere cui non sono mai seguiti passi presso i competenti organi giurisdizionali; chiacchiere rimaste tali, a confusione di chi le ha pronunciate a vanvera, nella falsa supposizione che Giunta, Consiglio di Amministrazione, Direttori Generali, Dirigenti fossero tutti una manica di incompetenti e sprovveduti, nonostante i risultati dicessero il contrario.
Dovetti parlare quasi due ore, un anno e mezzo fa, per demolire punto per punto, leggi, codici e sentenze alla mano, le infondate censure di tanti orecchianti, che estrapolano una frase da un parere della Corte dei Conti e pensano di avere trovato la prova dell’incapacità (peggio: della mala fede) altrui: che è invece trasparente e tutto pubblica in internet (più pubblico di così…).
Parole inutili, benché ampiamente documentate; il pregiudizio incontrollabile degli oppositori (più interni che esterni) ha impedito di aggiornare lo statuto della società anche negli ultimi mesi.
Certo che quando l’avvocato vuol fare il medico, il medico il Giudice, l’ingegnere il commercialista o il commercialista l’architetto non ci si capisce più; già i Romani avvertivano ”sutor, ne ultra crepidam” (calzolaio, non andare oltre la suola), che non è altro che il detto ufelée fa’l tò mestée.
Quando la “politica” si trasforma in pseudotecnica o, peggio, in perenne Corte d’Assise, à la Robespierre, si blocca tutto, la forma (dubbia) prevale sulla sostanza (corposa), la voglia di fare mischia prevale.
E gli statuti stanno ad aspettare.

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