martedì 12 maggio 2009

White Horse, nitriti e confronti

White Horse, che ha perso per strada il candidato Sindaco, crede di partecipare al Palio di Siena, dove il cavallo vince anche se arriva da solo al traguardo, senza il fantino.
Ma le elezioni non sono il palio e le regole del gioco prevedono obbligatoriamente il fantino, sicché sembra proprio un bislacco artificio cercare di dribblare l’occorso, mercé un “apparentamento” che non si può fare sulla scheda di voto e l’invito a concentrare le preferenze su un puledro di cui, in tanti anni, non s’è sentito nemmeno un nitrito.
Nitriti che, invece, sovrabbondano nella forma dell’insulto e costringono ad evitare confronti, che fondatamente si suppongono scivolare nella mancanza di rispetto.
Ne ho ricordi personali riferiti alla campagna elettorale del 1999, in cui i colpi bassi rappresentarono la linea direttiva di molti avversari, in evidente stato di crisi nervosa e poco inclini all’ironia; ingiurie ed insinuazioni raggiunsero livelli cosmici: ma chi le pronunciò, con amici e sodali, finì nella polvere.
Anche per questo, nel 2004, pensai che fosse più opportuno evitare confronti, indipendentemente dalle ottime intenzioni degli organizzatori di tali manifestazioni, di certo non responsabili delle intemperanze di qualche loro invitato recidivo.
Andò bene lo stesso.
I cittadini non sono gli spettatori della corrida nella plaza de toros, avidi di emozioni forti e di battaglie cruente, non vogliono il sangue (metaforico, beninteso); desiderano solo farsi un’idea non fondata su reazioni emotive o su scontri dialettici; badano al sodo e conoscono anche i penosi trucchetti di domande concordate e risposte già pronte da leggere sul taccuino, di opposte tifoserie pronte all’applauso a comando, di frasi ad effetto, che – con molto divertimento - ho visto usare in più occasioni, senza che ciò influisse minimamente su una meditata decisione di voto: il consenso si forma altrimenti, in modi più intelligenti e corrispondenti alla maturità dei Concittadini.
Perciò, sono d’accordo con Joe il Biondo, “Il Buono” (Clint Eastwood) del film “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone, 1966: “Io dormirò tranquillo perché so che il mio peggior nemico veglia su di me”.
Meglio continuare sulla propria strada e, di questi tempi elettorali, rimpiangere il cinema muto.

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